giovedì 29 giugno 2017

Libri, emozioni da leggere.

Libri, emozioni da leggere.
Rosso porpora:
Dicono che per essere letto bisogna scrivere un libro di successo.
Io penso che per essere letti bisogna scrivere qualcosa con il cuore.
Nel lontano 2006 mi trovavo a Londra. Ero in difficoltà (non meno di ora). Senza un lavoro, senza conoscere l'inglese, con pochi amici.
Prima del 2006 avevo un buon lavoro, non pensavo minimamente di poter emigrare in cerca di fortuna. Tutto è iniziato dopo che una Società italiana ha falsificato una fattura a mio nome recandomi un debito di decine di migliaia di euro con l'agenzia delle entrate.
Scrivere è stata una via di fuga. Un modo per non pensare ai miei problemi e per cercare di andare avanti.
Così eccomi qui a scrivere da un semplice smartphone qualcosa che non so neanche se sarà mai letto.
Sarebbe di per sé interessante riuscire a convincerti dei numeri. Disoccupato, 700€ di affitto al mese, a Milano 1€ di guadagno per ebook venduto.
Dovrei vendere almeno 700 libri al mese per riuscire a pagare l'affitto e vendere così tante copie non è alla portata di tutti.
Ho persino pensato di commettere qualche piccolo reato per riuscire a tirare fuori qualche soldo in più, ma non sono capace di macchiarmi di crimini.
E se fossi stato una donna? Magari una ragazza madre, con una figlia da crescere?
Questa mia situazione è l'ispirazione della mia storia.
Mi sono guardato intorno e ho notato tanti giovani ancora in casa con i genitori. Un lavoro, gli amici, la macchina, nessun affitto da pagare, un piatto di pasta pronto.
Non intendo giudicare nessuno, sia chiaro, anche se spesso, forse per rabbia, penso che le persone che meno si lamentano sono quelle che hanno problemi più o meno seri da affrontare.
Al che è nato Rosso porpora. Mi sono messo nei panni di Fabrizio e ho raccontato di Londra dove ho conosciuto due ragazze. La famiglia di Roberta ha un'attività in Italia. I suoi genitori le hanno permesso di studiare, di viaggiare, di stare senza un lavoro. Non c'è stato giorno in cui sentendoli questi non le abbiano rinnovato la proposta di tornare in Italia a lavorare per la loro azienda. Ma Roberta è annoiata e non vuole portare avanti l'attività di famiglia. Roberta ha anche un fardello. Un ragazzo che suona per una band e che sente regolarmente. Un batterista nel suo piccolo apprezzato. Sì sostiene facendo serate nei locali di tutta Europa con il suo gruppo musicale. Ogni volta che è nei dintorni, Roberta non riesce a resistere all'idea di finirci a letto. Definisce questa storia un "capitolo mai concluso", a cui non sa mettere un punto. Capita. Non è una novità.
Oltre a Roberta, io nei panni di Fabrizio, sempre a Londra, ho conosciuto una ragazza che ha rubato la mia attenzione. La vedevo tutte le mattine dalla mia finestra mentre si preparava per uscire di casa e la incontravo di sfuggita per il quartiere di Arsenal. Mi ha sempre preso alla sprovvista: non sono mai riuscita a conoscerla. L'ho chiamata Elizabeth, Liza il diminutivo che le davo.
Liza è una storia strana, un po' particolare, per altro presa dalla realtà. Vederla in continuazione senza mai riuscire a fermarla é stata l'esperienza più affascinante e tormentata che abbia mai vissuto.
L'ultima volta che l'ho vista è stata una delle tante mattine in cui si affacciava alla finestra. Sì sfiorava la pancia, piangeva. Da quel giorno non la vidi più per le strade di Arsenal.
Roberta era tornata in Italia. Liza sparita nel nulla. Londra era diventata vuota per me. Allora decisi di andare in Irlanda e ti tutto da zero. Nuovi amici, nuova casa, nuovo lavoro.
l'Irlanda è affascinante. Un mondo a parte. Da visitare senza dubbio. Molti si sono trasferiti lì e non l'hanno più abbandonata. A lungo andare a me ha trasmesso molta nostalgia tanto da tornare in Italia dopo le persuasive richieste di Roberta. Atterrai a Milano, lei viveva lì.
Sembrava molto cambiata. Più serena, meno confusa, forse più matura. Aveva deciso di lavorare con i suoi finalmente e le cose andarono bene per un bel po', fin quando un giorno non accadde un fatto davvero insolito.
Ti è mai capitato di incontrare una persona molto somigliante a qualcuno che già conosci? Una di quelle somiglianze così forti che ti viene persino da ridere per quanto è bizzarra e assurda la strana faccenda.
Ecco! Nell'appartamento accanto al mio venne ad abitare Sabrina con sua figlia. Sabrina era la copia esatta di Elizabeth.
Forse timidezza o paura, non so di preciso, ma non me la sentii di chiederle dettagli. Non le chiesi mai né del padre di Eleonore, sua figlia, né se fosse mai stata in Inghilterra. Per me ora era Sabrina. Punto.
Le davo spesso una mano con la piccolina, guardandola nei momenti in cui aveva problemi a lavoro. Sabrina lavorava moltissimo per mantenere sua figlia.
A distanza del tempo si verificarono due situazioni già vissute. Il batterista era atterrato per un tour a Milano. Sabrina non riusciva più a pagare gli affitti arretrati.
Roberta mi lasciò per il batterista. Sabrina iniziò a comportarsi in modo strano e a tenermi distante da lei.
Così, mentre Roberta partiva per la Spagna dietro il suo capitolo mai concluso, Sabrina lasciò casa. Mi ritrovai di nuovo da solo.
Le circostanze sono strane. Roberta ritornò poco tempo dopo dichiarando amore. Probabilmente un sentimento forte c'era anche per me. Devo ammettere che Roberta sapeva come conquistarmi. O almeno, avrebbe saputo farlo, se quel che scoprii di Sabrina non fosse stato tanto sconvolgente.
Il dubbio che ebbi fu: resto solo o perdono Roberta?
Ma questa risposta non te la voglio dare.
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